FULL METAL MIND

FULL METAL MIND (documentario, 2017)
Il prof. Giorgio Nardone è uno dei protagonisti del film-documentario FULL METAL MIND di Mirko Aretini, assieme ad altri 12 personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo: Francesco Tesei , Goran Bregovich, Paolo Villaggio, Mogol, Gino Strada, Nicolai Lilin, Ascanio Celestini, Paolo Rossi, Alessandro Bergonzoni, Andrea Zurlini, Jacopo Fo, Daniele Finzi Pasca. Incentrato sulla paura recondita dell’uomo e su quanto ognuno di noi, prima o poi e indipendentemente da chi siamo e cosa facciamo, ne viene irrimediabilmente coinvolto. Non è un analisi scientifica o con la pretesa di dare risposte assolute, ma bensì un ritratto umano su qualcosa che accomuna tutte le persone e con cui prima o poi ci troviamo a riflettere: 13 racconti, in cui i protagonisti, come in un’intima confessione, ci parlano del proprio rapporto con la paura, della paura dell’uomo oltre che di quella dell’artista.

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Potrai incontrare il prof. Giorgio Nardone a Vicenza domenica 21 gennaio 2018 ore 19.00 al Palazzo delle Opere Sociali dove terrà una Conferenza gratuita su “Anoressia giovanile. Conoscerla e curarla”.

Giorgio Nardone a Vicenza

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DISTURBI SESSUALI: COME SALVARCI DALL’UFFICIO COMPLICAZIONI AFFARI SEMPLICI?

La natura umana è dotata di una perversa predisposizione a complicare le cose. Nel profondo di ognuno di noi si annida la spiacevole tendenza ad intricare piuttosto che districare le difficoltà, cercando ed applicando soluzioni che pur dimostratesi inefficaci, vengono mantenute o addirittura intensificate. Si passa così dalla difficoltà al problema, in virtù di quelle “tentate soluzioni” che spesso risultano peggiori del male stesso che intendevano risolvere.

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Probabilmente anche a voi sarà capitato di trovarvi, almeno una volta nella vita, al cospetto di uno di quei funzionari di un ufficio inclini all’ingarbugliamento, propensi a rendere complicate perfino le pratiche più banali, dei quali si è soliti dire che lavorano all’”ufficio complicazioni affari semplici”. Allo stesso modo, anche per i disturbi sessuali possiamo trovare numerosi esempi di situazioni di difficoltà caratterizzate da un’incomprensibile sproporzione tra il problema e il modo con il quale si cerca di risolverlo. Modo che per molti versi assume nella reiterata e rigida ripetizione di soluzioni che non funzionano, caratteristiche ben più patologiche del problema stesso.

Ad esempio, un uomo che a seguito di una casuale défailance durante un rapporto sessuale, iniziasse a volersi mettere alla prova alla ricerca della dimostrazione della sua virilità, andrebbe incontro alla realizzazione della profezia che più teme, finendo per cadere nella trappola del “complicatore di affari semplici”. Infatti, proprio questo suo volersi mettere alla prova attiverebbe, ad ogni successivo rapporto sessuale, un’ansia tale da interferire inevitabilmente con i processi neurovegetativi implicati nel comportamento sessuale, provocandone la loro inibizione. Parafrasando Oscar Wilde potremmo dire che proprio con i migliori propositi quest’uomo sarebbe giunto ad ottenere i peggiori risultati.

Le “tentate soluzioni” di difficoltà della sfera sessuale, anche se razionali, logiche e di “buon senso”, sovente non funzionano proprio perché interferenze in comportamenti e funzioni non controllate o controllabili dalla volontà e dalla razionalità. Da questo punto di vista, infatti, il comportamento sessuale è paradigmatico: rappresenta la componente umana percepita come la più istintiva e meno controllabile ma che più di altre si desidera poter assoggettare a controllo.

È così che il nostro interno “complicatore di affari semplici” irrigidendosi nel tentativo di realizzare consapevolmente un comportamento automatico (o spontaneo) che per tale ragione non potrà essere volontarizzato, cade nella psico-trappola del “più di prima” o del “sempre e comunque” applicando la medesima soluzione disfunzionale anche quando questa si sia rivelata inefficace.

Sarà però confortante apprendere che per la risoluzione delle difficoltà sessuali, proprio in virtù di quanto appena asserito, non siano necessarie estenuanti terapie, ma potremmo salvarci dal nostro interno “ufficio complicazioni affari semplici” interrompendo le “tentate soluzioni” che mantengono il problema per lasciare esprimere la naturale inclinazione dell’individuo alla sessualità.

Per info sull’approcio di Terapia Breve Strategica ai disturbi sessuali scrivere a marco.pagliai@gmail.com

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MEGLIO UN PESCE OGGI CHE…

Un uomo d’affari vide con fastidio che il pescatore, sdraiato accanto alla propria barca fumava tranquillamente la pipa.

pescatore

– Perché non stai pescando? Domando l’uomo d’affari
– Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno.
– Perché non ne peschi ancora?
– E cosa ne farei?
– Guadagneresti più soldi. Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci. Così potresti avere più denaro per acquistare una rete di nailon, e avendo più pesca avresti più denaro. Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta. Allora potresti essere ricco come me.
– E a quel punto cosa farei?
– Potresti rilassarti e goderti la vita.
– Cosa credi che stia facendo ora?

(tratto da “Elogio alla Semplicità” di John Lane, edizioni Il Libraio delle Stelle)

Attacchi di Panico

Il cuore inizia a battermi forte, lo stomaco si chiude, il respiro diventa affannoso, compare il sudore freddo, le mani iniziano a tremare, mi manca l’equilibrio…

Si è innescata l’escalation di sensazioni che può portare alla forma più estrema di paura: il panico.

Cosa faccio?

1. Controllo il mio corpo così terrò queste sensazioni a bada. Ma più mi ascolto e più cerco di controllare le mie reazioni psicofisiche, più queste sfuggono al controllo e aumentano di intensità: si innesca il circolo vizioso del “controllo che fa perdere il controllo”.

2. Evito tutte le eventuali altre situazioni che reputo pericolose e sarò salvo. Ma ogni mio evitamento confermerà la pericolosità della condizione evitata e la mia incapacità ad affrontare quella situazione facendomi sprofondare in una paura ancora peggiore e riducendo la fiducia nelle mie risorse.

3. Chiedo aiuto a qualcuno, così mi sentirò meglio. Ma ogni volta che qualcuno mi presterà soccorso o si sostituirà a me per fare ciò che temo mi solleverà solo momentaneamente dalla paura, confermando poi, invece, la mia incapacità ad affrontare quella situazione e gestire le mie reazioni.

Non funziona niente. La paura continua a crescere. Mi sento intrappolato.

Sì, così la paura continuerà a crescere, fino a che la trappola che ti sei costruito e nella quale sei caduto non diventerà troppo profonda per poterne uscire da solo. In altre parole, hai involontariamente costruito la realtà che subisci.

Fobici non si nasce ma si diventa. Lo si diviene mediante una graduale evoluzione di tentativi fallimentari reiterati di gestione della realtà. Tali tentate soluzioni che complicano il problema, piuttosto che risolverlo, vengono attuate e mantenute perché funzionano sul momento critico come riduttori della paura, oppure sono atti preventivi per evitare l’insorgere del panico, ma questo è solo l’effetto immediato poiché poi tale copione porterà  solo al peggioramento della sintomatologia.

Come si può uscire da questa trappola?

È possibile curare gli attacchi di panico in tempi brevi, con risultati stabili nel tempo, attraverso la Terapia Breve Strategica del prof. Giorgio Nardone. Non sarà necessario un lungo percorso alla ricerca del “perché” ma un attento e strategico intervento sul “come” funziona adesso il problema. I protocolli di intervento messi a punto dal Prof. Nardone, misurati su un campione di oltre 4.000 casi, hanno evidenziato una percentuale di efficacia superiore al 90% per gli Attacchi di Panico, risolti mediamente in 7 sedute, con uno sblocco significativo della sintomatologia attorno al secondo o terzo incontro.

Questo approccio prevede l’uso di manovre, stratagemmi, ristrutturazioni e prescrizioni di pensiero e di azione per guidare il paziente ad interrompere quelle tentate soluzioni fallimentari che verranno sostituite con modalità alternative funzionali, conducendolo rapidamente all’estinzione dei sintomi di panico e successivamente alla consapevolezza e fiducia nelle proprie risorse personali. Valido alleato di questo processo terapeutico sarà la paura (il simile cura il simile) che da trappola che limita diventerà risorsa che ci sospinge avanti: “è la paura che ci rende audaci” Ovidio.

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